E’ ora di dire Sì al futuro!
Siamo alle battute finali di una lunga e intensa campagna che ha visto il nostro Circolo impegnato in prima linea sul territorio a sostenere le ragioni del Sì alla riforma costituzionale.
Già da fine maggio ci siamo ritrovati ad approfondire il testo, le modifiche, le conseguenze della riforma, per capirla e farla conoscere a iscritti, simpatizzanti e cittadini, confrontando con attenzione il tanto materiale raccolto e prodotto (qui) e condividendo riflessioni e dubbi. Siamo poi scesi in piazza tra le persone per raccogliere le firme a sostegno del referendum e per promuovere un’informazione corretta e puntuale, fuori da strilli e strumentalizzazioni. Grazie anche alla collaborazione delle Donne Democratiche Castellane e dei ragazzi di GenerazioneSì, con il supporto del Comitato cittadino per il Sì, in questi mesi abbiamo organizzato iniziative, dibattiti, momenti conviviali, banchetti e volantinaggi, con cui abbiamo animato con serietà e passione il nostro desiderio di cambiamento. Tanti sono gli amici che ci sono venuti a trovare per darci una mano e che ringraziamo di cuore per il loro prezioso contributo: Alessandra Poggiani, Valeria Fedeli, Laura Puppato, Stefano Ceccanti, Paolo Gubitta, Alessandra Moretti, Pier Paolo Baretta, Floriana Casellato, Ettore Rosato, Giovanni Manildo, Giulio Del Balzo e Alessandro Zan.
Abbiamo aderito con entusiasmo e partecipazione alla splendida festa del popolo democratico chiamato a Roma per chiedere un’Italia più forte in un’Europa più giusta.
Insomma, abbiamo deciso di giocarci questa partita fino in fondo, anche a Castelfranco.
Abbiamo fatto tutto questo perché siamo fortemente convinti dell’importanza che il voto di domenica avrà per il futuro nostro e delle generazioni che verranno.
Proprio perché saremo chiamati a esprimerci sulla Costituzione e sul suo sistema di regole che fa funzionare tutta la nostra democrazia, abbiamo deciso di impegnarci nei riguardi di amici, conoscenti e cittadini per favorire una scelta consapevole, non condizionata da polemiche o fattori contingenti.
Nel rispetto di tutte le critiche e le contraddizioni che hanno attraversato in questi mesi le riflessioni di nostri amici e compagni, abbiamo voluto garantire le condizioni perché la scelta maturasse su due piani di consapevolezza: entrando nel merito della riforma e considerando la valenza politica di questo passaggio.
Nel merito, questa riforma restituisce dignità al Parlamento, liberandolo dalle storture generate negli anni dalla presenza di due camere con le stesse competenze; riqualifica il rapporto tra lo Stato centrale e le Regioni, corroso nel tempo da troppe inefficienze e disparità, uniformando diritti, politiche, servizi e funzioni su tutto il territorio nazionale; e consegna ai cittadini nuovi poteri e strumenti per intervenire direttamente e meglio sul processo democratico.
Per chi ancora non l’ha fatto, rinviamo alla lettura del testo della Costituzione, com’è e come sarà. Qui invece un comodo vademecum.
La conoscenza del testo è importante prima di qualsiasi valutazione, altrimenti si rischia di commettere grossolani errori o peggio alimentare disinformazione come è successo pochi giorni fa con la distorta comunicazione della Lega Nord in materia di sanità e ospedali (qui la polemica).
Infine l’innegabile valenza politica del referendum. È in corso una stagione di riforme, coraggiosa, complicata e in alcuni passaggi sofferta, che sta cercando di dare con determinazione e serietà un futuro al nostro Paese. C’è chi intende il voto di domenica come l’occasione di interrompere questa stagione, un percorso che ha allargato il campo dei diritti civili, della stabilità del lavoro, della sicurezza sociale, come per la legge sul dopo di noi e quella contro il caporalato, che in Europa ha reclamato maggiore attenzione all’urlo dei disperati in fuga da guerre e violenze rispetto agli equilibri di bilancio, che ha liberato gli enti locali dal capestro del patto di stabilità, che ha investito risorse in cultura, nell’edilizia scolastica e nella riqualificazione delle periferie, e che si sta apprestando a cambiare le regole della cittadinanza per rendere il nostro Paese più aperto e accogliente.
Le destre populiste e quelle forze che stanno guadagnando consensi in tutto il mondo, dal cuore del nostro continente fino agli Stati Uniti, alimentando paura, odio e intolleranza, sono le prime a desiderare il fallimento della più significativa esperienza riformista in Europa e sono le prime che per vocazione politica metterebbero mano in peggio non solo alla seconda parte della nostra Costituzione ma addirittura alla prima, quelle dei nostri principi, valori e diritti fondamentali. È nostro dovere di convinti democratici fare in modo che ciò non accada!
In conclusione, riprendiamo le preziose parole usate da Romano Prodi, padre dell’Ulivo: domenica abbiamo la grande occasione di dare al nostro Paese una democrazia finalmente efficiente e governante.
Con fiducia e coraggio, diciamo Sì al futuro!