Primarie del Pd: Zingaretti stravince anche in provincia di Treviso
Affluenza record ai gazebo della Marca, i trevigiani che hanno votato sono stati 13.819. Il vincitore ha ottenuto quasi il 70% di preferenze. Polemiche al seggio in Piazza dei Signori
Una vittoria a dir poco schiacciante e un dato, quello sull’affluenza, che può tornare a far sperare gli elettori del Partito Democratico. Anche in provincia di Treviso le primarie del Pd hanno incoronato Nicola Zingaretti come nuovo segretario nazionale del partito.
Schiacciante la percentuale di voti ottenuti dal candidato: su 13819 votanti, Zingaretti ha ricevuto, solo in provincia di Treviso, 9452 preferenze (pari al 69% dei voti). Distantissimi i suoi avversari. Martina ha ottenuto 2562 voti (18,7%) e Giachetti 1689 (12,3%). Nel 2017, alle scorse primarie, avevano votato in 13.030. Nonostante la soleggiata domenica di Carnevale i trevigiani hanno speso qualche minuto del loro tempo per esprimere la propria preferenza. Le polemiche e le tensioni non sono mancate, soprattutto in Piazza dei Signori a Treviso dove ben due pattuglie in divisa della polizia e una in borghese sono intervenute al seggio sotto la Loggia dei cavalieri per chiedere le autorizzazioni su alcuni manifesti elettorali appesi alle colonne, sollevando l’indignazione dei militanti del Pd. Dopo Treviso, la città con più votanti è stata Conegliano (741 persone alle urne) mentre l’affluenza più bassa è stata registrata nel Comune di Codognè con solo 44 votanti.
«Le primarie di ieri ci dicono che il PD, nonostante la campagna di odio di questi mesi e lo smarrimento della nostra gente dopo la sconfitta del 4 marzo 2018, è ancora vivo ed è pronto a rialzare la testa – è il commento di Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso – Il risultato finale, sia in termini di affluenza che di voto, ci consegna un Segretario pienamente legittimato. È senza dubbio una grande responsabilità per Zingaretti. Però spetta a ciascuno di noi metterlo ora nelle condizioni di svolgere al meglio la sua funzione, affinché possa intervenire da subito sui principali nodi politici, tra cui quello dell’autonomia regionale. Per noi è prioritario avere una linea chiara da condividere su questo tema e attorno alla quale costruire un’iniziativa politica credibile ed efficace nei confronti di Zaia e della Lega. In provincia di Treviso 13.819 persone si sono recate nei nostri seggi, quasi 1.000 in più delle ultime primarie del 2017: un risultato incredibile, insperato alla vigilia, che dà a tutti noi la forza di andare avanti con ancora più determinazione. All’orizzonte ci sono importanti scadenze elettorali, innanzitutto le amministrative, con 56 comuni che andranno al voto a maggio. La grande partecipazione di ieri ci conferma che il Partito Democratico in provincia di Treviso, in termini di organizzazione e capacità di mobilitazione, resta il soggetto di riferimento per tutto il campo di forze politiche, sociali e civiche che non si riconoscono nella Lega e che ispirano il proprio impegno all’idea della buona politica al servizio dei cittadini. La forza espansiva delle primarie – conclude Zorzi – ci permette di guardare con fiducia e consapevolezza al lavoro che come segreteria provinciale abbiamo intrapreso in questi mesi per costruire apertura e prospettiva». Anche Stefano Pelloni, capogruppo del Partito Democratico di Treviso, ha commentato con queste parole i risultati del voto delle primarie in provincia di Treviso: «Il Pd a Treviso ha messo in campo sei seggi con cinquanta scrutatori e questo sforzo è stato premiato con un boom nell’affluenza, passata dai 2200 votanti del 2017 ai 2700 votanti di ieri. E’ un dato che ci riempie di orgoglio, segno che l’impegno quotidiano paga, ma che ci responsabilizza: abbiamo avvertito la preoccupazione dei trevigiani che sono venuti a votare, per opporsi ad un governo che sta riducendo gli investimenti e azzerato la crescita, nascondendo le loro contraddizioni interne in battaglie ideologiche sulla sicurezza. Una grande reazione dei trevigiani al governo gialloverde e alla maggioranza del sindaco Conte».
Governatore del Lazio per due mandati, Nicola Zingaretti, 52 anni, può vantare la maggiore esperienza in campo amministrativo dopo essere stato anche presidente della provincia di Roma. Non è particolarmente noto fuori dal Lazio – almeno non come il fratello Luca, attore popolarissimo e volto del commissario Montalbano – Nicola Zingaretti proviene dalla sinistra del partito, è un ex dirigente dei Democratici di Sinistra (DS) ed è sostenuto dalla vecchia minoranza del partito, l’area oggi guidata da Andrea Orlando di cui un tempo faceva parte anche Pier Luigi Bersani. Le sue posizioni non radicali gli consentono l’appoggio anche della parte più moderata e centrista del partito che fa riferimento a Dario Franceschini e Paolo Gentiloni.