• CEMENTO! Ecco cosa lega la lega di Zaia con la lega di Marcon

    Oggi ci focalizziamo sulla questione del CEMENTO, elemento che accomuna la Lega veneta e castellana.

    Infatti, dopo aver abbandonato e dimenticato lo slogan di qualche anno fa “Basta capannoni!”, la Lega ha ripreso alla grande a ricoprire di cemento la nostra terra e a deturpare la nostra città.

    Cominciamo con il livello regionale. La Regione Veneto guidata dal leghista Zaia ha appena approvato la legge di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di governo del territorio, una vera e propria deregulationche “consente la cementificazione di milioni di metri cubi in deroga, è la riscossa della betoniera”, come scrive il consigliere regionale PD Andrea Zanoni nel suo comunicato, che invitiamo a leggere attentamente. https://www.andreazanoni.it/it/news/comunicati-stampa/zanoni-(pd)-la-legge-ordinamentale-e-una-gigantesca-deroga-a-tutte-le-leggi-e-la-riscossa-della-betoniera-per-un-veneto-cemento-20-colline-del-prosecco-incluse.html

    Veniamo al livello comunale. A Castelfranco Veneto “La cementificazione ora non si ferma più”, come intitola La Tribuna di oggi. Il Comune guidato dal leghista Marcon ha pianificato di non pianificare uno sviluppo a misura di città e dei cittadini! Dice di avere le mani legate ma non è vero; doveva fissare vincoli in materia di sviluppo urbanistico, mitigare, calmierare, avere una visione e imporla con direttive.

    Il PD di Castelfranco, come ben illustrato dal capogruppo Sebastiano Sartoretto, condivide le stesse posizioni del Comitato Città Futura e dell’architetto Alessandro Boldo.

    A Castelfranco ci sono molti appartamenti sfitti, troppi, eppure continuano a sorgere condomini al posto delle villette, in spregio allo stile urbano prevalente, con distruzione della cittadina rinascimentale, riduzione delle aree verdi private esistenti e impossibilità di creare o ampliare spazi di convivenza civile quali giardinetti e aree giochi e .

    Sono cementificazioni che riguardano tutta Castelfranco, il centro (esempio Via Giotto), la prima periferia (esempio Via Sicilia), le frazioni (esempio in centro a Salvarosa), che deturpano e sono invise agli abitanti dei quartieri e delle frazioni. Manca la riqualificazione urbana, che significa prima di tutto creare un welfare materiale, cioè fatto di servizi come scuole, parchi, biblioteche, asili; a Castelfranco ci sono ma sono sconnessi o in pessime condizioni. Il Comune poteva mettere dei vincoli edilizi ai quartieri, come è stato fatto in molte parti dell’Italia, vedi Emilia-Romagna, e qui da noi a Montebelluna in centro storico, ma Marcon e la Lega non hanno voluto fare niente. Basta andare a leggersi i verbali della commissione Urbanistica dell’anno scorso: il PD proponeva questi vincoli, anche l’assessore Olivato era d’accordo su alcune linee, ma Marcon e i suoi accoliti non hanno voluto. Come dice Sebastiano Sartoretto, “Ora tentano di mitigare e lenire con opere compensative come maggiori allacciamenti alle fogne, nuove utenze, marciapiedi, parcheggi e così via. Ora sì che hanno le mani legate. Il treno per fermare la speculazione edilizia di Castelfranco è già passato. Non sono in grado di amministrare!».

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